giovedì 18 ottobre 2018

Il lento auto-logoramento del M5S

Quando, dopo le elezioni e dopo il rifiuto (provvidenziale) del PD di governare col M5S, si è delineato all’orizzonte che l’unica alternativa possibile ad una ripetizione immediata delle elezioni, con la medesima legge elettorale e quindi con il (sostanzialmente) medesimo risultato, era un’alleanza tra Lega e M5S, ho iniziato a preoccuparmi.

Questa volta non era infatti possibile sottrarsi alla trappola, come avvenne per la finta mano tesa di Bersani (ricordate, quella del video di Bersani che dice “fossi matto a governare col M5S”, che invece tutti dicono che il PD lo voleva davvero, onestamente, e ci rimase tanto male, meschinazzo). Questa volta non si poteva evitare, e quindi occorreva cercare di limitare i danni.

Ricordo che quello che dissi fu più o meno questo.
Bene fare un governo, perché il paese ne ha bisogno. Non si sognassero però di mettersi a governare ”davvero”. Non ci sono i numeri, gli equilibri, le condizioni.
Facessero immediatamente una legge elettorale decente, possibilmente con un fottuto doppio turno, e ci rimandassero immediatamente al voto. Se poi i tempi si dovessero allungare, facessero una “finanziaria” il più possibile trasparente, veloce, che non porti via tempo, che non sottragga attenzione alla legge elettorale e poi via, di corsa al voto.

Quando sentii i primi proclami, da parte di Salvini & Co. e da parte di Di Maio & Co. su un governo vero che governasse “davvero” mi iniziarono a venire i brividi. Sperai a lungo di aver capito male e che non facessero “davvero davvero” sul serio.
E invece…

Perché avevo tanta paura?
Perché ero sicuro che le cose sarebbero andate esattamente come stanno andando.
Le premesse c’erano tutte ed erano leggibili in modo tanto facile da essere disarmante.
 
I punti di contatto tra Lega e M5S erano (e restano) pochissimi.
- L’unico punto di contatto veramente importante, anzi, il principale in questo momento storico, è quello relativo al modo di vedere questa Europa, al non voler accettare che – grazie proprio a questa Europa nata così e così portata avanti – il mondo (ivi compresi il benessere ed i bisogni delle persone) sia ormai regolato dai mercati, dai loro isterismi, dalla loro aleatorietà, e soprattutto dal loro essere solamente un meccanismo di speculazione economica. Questo, d’accordo, è il grande spartiacque che oggi ci troviamo ad affrontare, non solo in Italia. Ma questo è l’unico punto – dirimente – di contatto tra Lega e M5S, ed era prevedibile che sarebbe risultato insufficiente per governare “davvero”, in modo decente. Anche perché, tra l’altro, se Lega e M5S sono d’accordo su quale sia il nemico, non sono neanche assolutamente concordi sul modo di affrontarlo e di combatterlo, questo nemico.
- Entrambi i movimenti si pongono come alternativi all’establishment politico (non solo a quello vomitevole di questo paese, ma più in senso generale). Per fare questo, entrambi i movimenti fanno leva (o per dirla in altri termini: hanno uno zoccolo duro) su concetti essenziali, quelli per i quali i “benpensanti” parlano di “scelte di pancia” o più semplicemente di “populismo”. Non entro nel merito in questa fase, ma è evidente che i due movimenti, per fare i conti con questa parte del loro elettorato, devono anche realizzare alcune di queste operazioni “di facciata”, che – secondo i casi – ne assorbono risorse, tempo, interessi.
- Era abbastanza ovvio che tutto ciò avrebbe portato a situazioni di tensione, all’inceppamento degli ingranaggi a più riprese, a più livelli, in più punti.
Soprattutto era abbastanza ovvio che tutto ciò sarebbe stato cavalcato dai media, che sono (per il 97%) in mano a quell’establishment che i due movimenti vorrebbero ribaltare, e che i media avrebbero dato il peggio di sé per sottacere totalmente quanto di buono questo governo si fosse trovato a fare, ingigantendo all’estremo le cose peggiori.

Tra Lega e M5S chi era nella posizione più svantaggiata?
E’ evidente che fosse il M5S. Perché?
Per diversi motivi.
- La Lega era tra i due il movimento più longevo, più esperto, con all’attivo già diverse esperienze di governo alcune delle quali, a livello regionale e comunale, molto positive.
- La Lega non è isolata politicamente come il M5S. La Lega si è distaccata dalla sua alleanza temporaneamente, solo per una questione di numeri, ma ha sempre pronto e validissimo un “piano B” (che anzi, diciamolo francamente: è il vero piano A). Il M5S non ha alcuna alternativa, alcun piano di riserva.
- La Lega, per quanto detto, non ha neanche fatto storcere la bocca ai propri elettori “di base” quando si è alleata col M5S, visto che di alleanze, da sempre, vive. E questo non si può certo dire per il M5S.

- La Lega non fa paura quanto il M5S. Sì perché la Lega, come detto e come dirò, ha un alleato tranquillizzante per l'establishment, tranquillizzante e ricco. Il M5S no, è un cane sciolto. Ed è quello che - davvero - terrorizza l'establishment. E' quello che deve assolutamente fallire. E' quello a cui si dovrà riuscire a dare ogni colpa per qualunque azione decisa dal governo.
Salvini lo sdrai con un nazista fascista che lascia il tempo che trova: nessuno, in questo paese, dà peso a parole del genere, ormai.
Col M5S la cosa è più complessa e importante, ed ecco che tutte le armi sono state affilate e puntate in quella direzione. E vista la robusta mano che il M5S sta dando a questi "critici"...

Cos’è avvenuto fino ad ora? Quello che era evidente che sarebbe avvenuto.
- Entrambi i movimenti hanno di fatto rinunciato a governare, facendo unicamente campagna elettorale. O – quando hanno governato – lo hanno fatto solo quando il governare non andava in contrasto con il proprio elettorato “di base”.
Anche qui, però, c’è una differenza.
La Lega, per soddisfare il proprio elettorato di base, poteva far ricorso anzitutto a soluzioni a costo 0. Chiudere i porti, dichiarare guerra all’immigrazione clandestina, facendo credere che questo sia “il” problema di questo paese, è stata una iniziativa che ha avuto (e sta avendo) un coinvolgimento mediatico immenso, ma che è stata immediatamente realizzabile, visto che non richiedeva alcun tipo di copertura economica. E non si pensi che l’ondata di disapprovazione che hanno sollevato certe scelte si sia ritorta contro Lega e suoi sodali, perché – piuttosto – è vero il contrario.
La Lega ha avuto tutti i riflettori, tutti i media accesi e pronti. La Lega ha fatto discutere, ma soprattutto la Lega ha fatto.
Viceversa, il M5S, per governare andando verso il proprio elettorato “di base”, si sta trovando ad affrontare problematiche ad altissimo costo, che necessitano altissime coperture. Punto 1, non sono ancora state realizzate. Punto 2, non si sa se sarà possibile realizzarle. Risultato: il M5S si trova a metà – come nel suo DNA – tra l’essere attaccato (se le realizzerà) per aver fatto cose che molti ritengono negative, e tra l’essere attaccato (se non le realizzerà) per non aver tenuto fede agli impegni presi in campagna elettorale. Poco importa se i maggiori accusatori sono sempre gli stessi. Poco importa, per fare un esempio, se su “la Repubblica” un giorno si critica Di Maio perché vuole il Reddito di Cittadinanza e il giorno dopo lo si critica perché non riesce a farlo. La coerenza e l’onestà intellettuale non sono doti che pagano in Italia, quando si va a votare.
- Entrambi i movimenti avevano, ed hanno, evidenti limiti di inesperienza. Era quello che tutti erano pronti a stigmatizzare maggiormente (alcuni, ma sono pochissimi, auspicavano invece proprio questo: un modo naive di fare politica che potesse sparigliare un po’ delle carte ormai troppo brutte per poterle giocare secondo le regole). Ovviamente non parliamo di sostanza. Parliamo di forma, di facciata, di chiacchiere, di stronzate. Ma siccome la realtà è meglio nasconderla, è proprio alla facciata che bisogna dare grande risalto. Ed è quello che sta succedendo.
Ma anche qui, la Lega ha dalla sua – come detto – una maggiore esperienza a tutti i livelli. Il M5S non ne ha. E un autogol come quello di Di Maio di ieri, purtroppo, rende il gioco fin troppo facile a chi è pronto a strumentalizzare tutto questo.

Dove si va a finire, così?
Da nessuna buona parte (chiaramente questo “buona” è squisitamente soggettivo).
Andando avanti ancora un po’ in questo modo il governo cadrà, più o meno rapidamente.

Il M5S si ritroverà a poter contare, di nuovo, unicamente sul proprio elettorato “di base”. Sfiancato e (auto)logorato, si ritroverà a non aver acquistato un solo elettore, ed anzi ad averne persi molti per strada. Il tam tam dei media è impressionante. Non ho mai assistito a niente di simile, in questo paese, neanche di fronte a fatti veramente gravi.
Mai, in questo paese, c’è stato un fuoco di contraerea così fitto e così preventivo, tanto da iniziare a sparare prima ancora che gli aerei avessero decollato dalle basi nemiche.
Ma questo ci si doveva aspettare.
Questo si sapeva che sarebbe successo.

Dopo le prossime elezioni il M5S - presumibilmente - potrà fare un’opposizione più o meno di facciata.

La Lega, che, per tutto quanto detto, uscirà da questa esperienza molto meno logorata e con le ossa molto meno rotte, riuscirà a capitalizzare. Con le pronte stampelle di Forza Italia e Fratelli d’Italia, avrà la possibilità di formare un governo forte, compatto, coeso e sicuramente più duraturo di questo.

La missione dell’establishment sarà a quel punto compiuta.
L’ennesimo attacco allo “status quo” sarà sventato.
Smontato il M5S e rimesso nell’angolo, inglobata la Lega e ricondotta a forza di governo allineata grazie alla presenza di Forza Italia (che conterà poco come voti ma tanto, tantissimo come soldi), il gioco sarà fatto.
Con buona pace di tutti.

Io, prima che sia veramente troppo tardi, e ammesso che non lo sia già, quella cazzo di legge elettorale, intanto, la farei… E cercherei di smetterla, per lo meno, di “rendergli” il tutto così facile…
… Ma ci scommetterei (anche delle cifre altine) che questo non accadrà.

1 commento:

bobaccio ha detto...

Confivido parola per parola.