martedì 16 ottobre 2018

Sconfitta (statisticamente utile) con la Serbia

Alla fine, dopo 10 vittorie di fila, una sola delle quali al tie-break, arriva la sconfitta, in questo mondiale di volley femminile.
Arriva contro la Serbia, che forse è una delle più compatte squadre che ho visto, e arriva in un incontro "inutile", disputato con entrambe le squadre già qualificate.
E arriva soprattutto dopo un incontro con il Giappone, squadra di casa, vinto 15-13 al tie-break, che ha richiesto un'infinità di risorse mentali prima che fisiche.

A cosa serviva questo incontro?
Anzitutto, secondo me, a perdere. Così sistemiamo la statistica. Impossibile vincere sempre, quindi meglio togliersi la sconfitta in un match inutile.
Più seriamente, il match serviva per ricaricare un po' le batterie, per testare le serbe e per sperimentare qualcosa.

Le serbe le abbiamo testate. Sono forti, indiscutibilmente.
Oggi ci hanno fatto male a muro, sicuramente, e in attacco. La Boskovic è passata sempre, e si sapeva. La Mihajlovic le ha fatto buona compagnia. E si è vista molto, sia a muro che in attacco, la centrale Veljkovic, che contro il Giappone era addirittura stata sostituita, ad un certo punto.
Se le ritroveremo... più avanti nel torneo, dovremo assolutamente cercare di trovare il modo di arginare soprattutto l'opposta e la centrale, e dovremo altrettanto assolutamente cercare di passare più spesso contro il loro muro di quanto non siamo riuscite a fare oggi.

Dal punto di vista della sperimentazione, forse si poteva osare qualcosa di più.
Si poteva tenere ferma la Egonu (che durante il primo set si è fatta spruzzare dell'antidolorifico sulla spalla... tenendo tutti col fiato sospeso), che non è sembrato avere una gran voglia di giocare, almeno per i primi due set, vedendo un po' se sarebbe possibile organizzare una qualche valida alternativa.
Bene tenere la Pietrini in campo per tutto il match. La ragazzina terribile (classe 2000, altra brillante promessa per il futuro di questa squadra) si è comportata benissimo in attacco e al servizio. Molto meno bene in ricezione, dove ha palesato notevoli limiti.
Forse potrebbe essere valido tenersi qualche cambio a disposizione tra lei e la Bosetti, facendo giocare la Pietrini per lo meno quando si trova davanti. La Bosetti, infatti, se dietro continua ad affiancarsi molto bene alla De Gennaro (glielo facciamo un monumento, accanto a quello della Egonu? Tra l'altro con lei si risparmia in marmo, visto che è molto più piccolina!), davanti non passa veramente mai. Si affida, quando può, al muro e fuori, ma è sempre un attacco che dà molti pochi pensieri alle squadre avversarie.
Si è vista anche un'altra ragazzina terribile, la Nwakalor, classe 1999. Usata pochissimo, ha schiacciato senza alcuna reverenza verso le quotatissime ed esperte avversarie, passando anche senza difficoltà. Fossi stato in Mazzanti, l'avrei tenuta di più in campo.

Capitalizziamo la sconfitta, dunque.
Ora le serbe le conosciamo. Abbiamo visto bene cosa fare e cosa non fare.
Se dovesse capitare di ritrovarcele davanti....
In conclusione, comunque, l'impressione che ho avuto è che le serbe (che hanno giocato col sestetto base) siano scese in campo puntando in modo decisissimo alla vittoria, mentre le italiane hanno giocato sperimentando - come detto - e col freno a mano più che tirato.

Chiudo spendendo due parole sul Club Italia, la formazione pallavolistica di proprietà della FIPAV, che si occupa di valorizzare tecnicamente le giovanissime promesse della pallavolo, gestendo la transizione tra le manifestazioni giovanili e l'approdo nei grandi team.
Se si va a dare una rapidissima occhiata ad alcune delle ragazze che vi hanno militato o vi militano attualmente (la squadra nasce nel 1998 per volere di un signore che si chiama Julio Velasco) si possono leggere Eleonora Lo Bianco, Antonella Del Core, Martina Guiggi, Elisa Togut, Sara Anzanello, Valentina Diouf, Cristina Chirichella, Paola Egonu, Marina Lubian, Elena Pietrini, Sylvia Nwakalor.
E' uno sport di cui non mi intendo e che non seguo, ma visti i risultati che stiamo raccogliendo con la nazionale di calcio, a causa dello spazio inesistente che i giocatori italiani trovano nei club, mi domando se un esperimento simile non potrebbe giovare anche lì. Certo, nel caso del calcio, le cifre insensate che girano intorno a quel mondo rendono tutto più difficile.

E in semifinale ci tocca la Cina.
Le cinesi infatti si sono imposte sull'Olanda, per 3-1, perdendo il primo set 25-23 e vincendo gli altri tre a 13, 18 e 17.
Il match è stato simile a quello nostro contro la Serbia: la Cina voleva davvero vincere (forse per evitare la Serbia in semifinale, o proprio per affrontare noi e "vendicare" la sconfitta al primo turno?), mentre l'Olanda non sembrava troppo interessata al risultato finale.
Sbaglierò ma, per quello che ho visto (o forse proprio per quello che non ho visto), vedo l'Olanda in finale, più della Serbia.
Sull'esito dell'altra semifinale non mi esprimo, sennò chi li sente gli scaramantici a oltranza?
Dico solo una cosa: guai a pensare che la partita sarà semplice, visto che le cinesi le abbiamo già battute (3-1) nel primo turno.
Quel match era un match completamente diverso, un punto del torneo diverso, non era determinante per nessuna delle due squadre.
Quella di venerdì sarà una sfida dentro o fuori, da far tremare i polsi. Sarà veramente tutta un'altra cosa.
ITALIA - CINA si gioca venerdì 19 alle 9.10 (trasmessa da Rai Due)
Serbia - Olanda si gioca venerdì 19 alle 6.40

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